In bici per la Valle dei Templi di Agrigento

Ideale per: Ragazzi-Gruppi Tipologia: Impegnativo Mezzi: A piedi Giorni: 1 Province: Agrigento Città: Agrigento

Descrizione

Sulle orme della rassegna turistica che ogni anno ha luogo ad Agrigento, è possibile visitare uno dei luoghi più affascinanti al mondo proprio in sella ad una bicicletta, con una pedalata turistica lungo la Valle dei Templi, per inebriarsi della magia e della storia di una delle più importanti testimonianze della storia antica della Sicilia.
Ogni anno parecchi turisti e abitanti stessi di Agrigento partecipano ad un evento denominato "Passeggiata Cicloturistica della Valle dei Templi", a testimonianza di un appeal notevole che ha questo tipo di itinerario, breve ma intenso.
La città di Agrigento si conferma punto di riferimento per la cultura e la rievocazione storica di uno dei momenti più gloriosi della Sicilia, che ha un respiro non solo regionale ma addirittura mondiale.

Giorno 1

Tempio della Concordia


L'itinerario in bicicletta inizia all'interno del sito archeologico di Agrigento proprio da quello che è forse il Tempio più famoso della Valle, ovvero il Tempio della Concordia, che nonostante rimaneggiamenti e ristrutturazione negli anni, mantiene ancora quell'aspetto austero e imperturbabile, quella maestosità proverbiale dell'età greca antica.
La sua storia ci racconta che fu persino utilizzato come chiesa cristiana nell'800 d.C.
Il Tempio della Concordia è fra l'altro uno fra i meglio conservati dell'intero patrimonio archeologico siciliano, non soltanto di Agrigento, ma anche degli altri siti dell'isola quali Selinunte, Segesta, Eraclea, ecc.


Tempio di Zeus


Dopo aver dedicato il giusto tempo a questo capolavoro, si passa sempre in bicicletta da ciò che resta del Tempio di Zeus; come la stessa denominazione suggerisce, questo Tempio dedicato al padre di tutti gli Dei, si presume sia stato in assoluto il più grande edificio mai costruito nella storia della Sicilia e della Magna Grecia, con una lunghezza di oltre 110 metri e una larghezza di oltre 55, colonne che si ergevano per 20 metri e statue all'interno con riproduzione del Dio Zeus e di altre divinità alte bel oltre gli 8 metri.
Il Tempio fu realizzato per celebrare la vittoria di Himera contro i Cartaginesi che, nella rivincita successiva, lo distrussero.
Purtroppo ad oggi è possibile solo immaginare tutto questo, poiché poco resta di quanto qui supposto.
Nello stesso Campo dell'Olimpeyon, nei pressi dei resti del tempio, spicca la figura maestosa e suggestiva di un Telamone, sculture alte oltre 7 metri che rappresentavano Atlante, il titano che regge la volta celeste. Queste figure sorreggevano come un pilastro la struttura frontale del tempio.


Tempio di Eracle


Superato il Tempio di Zeus, si passa ad un altro personaggio della storia e della mitologia greca, forse fra i più noti ad amanti e non della storia: stiamo parlando di Eracle, o Ercole, con il Tempio ad egli dedicato che è al tempo stesso il più antico dell'intera Valle dei Templi.
Lo stile dorico è immediatamente visibili dalle severe 8 colonne che restano dell'antico tempio, la cui intestazione a Ercole è dovuta ad una interpretazione di Cicerone poi comunemente accettata.


Tempio di Hera


Si prosegue verso il tempio dedicato a Giunone, il nome romano della Dea Hera Lacinia.
Si tratta probabilmente del più antico tempio di Akragas, risalente alla seconda metà del V sec a.C.
Dopo l'incendio del 406 a.C. il tempio fu riedificato dai romani.
La struttura è per molti versi accostabile a quella del Tempio della Concordia, considerato quasi un tempio gemello per somiglianza e dimensioni.
Lo stile è dorico arcaico, anche se oggi si conservano soltanto il colonnato settentrionale e resti del fregio.
Anche della cella e dell'altare è rimasto ben poco.
Pare che il tempio di Hera fosse destinato alla celebrazione delle nozze.


Tempio dei Dioscuri


Si passa tutto d'un fiato al Tempio dei Dioscuri, Castore e Polluce, i figli di Zeus.
In realtà la parziale ricostruzione di questo tempio ne ha compromesso l'aspetto originale, in quanto ha seguito logiche che non rispettano la reale cronostoria della sua edificazione.
Nella stessa aria in cui si trova il Tempio dei Dioscuri, si veneravano invece le divinità Ctonie, ovvero della terra: erano la madre Demetra e la figlia Persefone, divinità della fecondità. Il loro culto era fra i più celebrati in Sicilia, tanto che si pensava che l'isola stessa fosse in realtà un dono di nozze di Zeus a Persefone.


Giardino della Kolymbetra


Terminato il percorso, prima di tornare indietro, si possono momentaneamente parcheggiare le biciclette per immergersi nella più autentica sicilianità, passeggiando all'ombra dei rigogliosi frutteti e agrumeti del Giardino della Kolymbetra, con rinfrescanti fragranze di arance e limoni, degustando al contempo le marmellate artigianali e i prodotti tipici della zona.
La Kolymbetra doveva essere una sorta di piscina-vivaio di pesci risalente al tempo di Terone.


Quartiere Ellenistico-Romano


Dopo un pranzo a sacco ed un riposo sotto l'ombra degli agrumeti della Kolymbetra, l'itinerario prosegue, e termina, risalendo la statale 118 in direzione del Museo Archeologico Nazionale.
Qui troviamo il Quartiere Ellenistico Romano, nell'area di San Nicola, che copre una superficie di circa 10.000 metri quadri e restituisce un perfetto impianto urbanistico che dal III sec. a.C va fino al V d.C.
L'area è divisa in tre isolati (insulae), con uno schema che segue piuttosto rigorosamente quello ippodameo: le vie principali (decumani o plateiai) da est a ovest si intersecano con le strade minori (cardines o stenopoì) da nord a sud.
Le abitazioni erano straordinariamente servite da un sistema di approvvigionamento idrico che faceva affidamento su un complesso di pozzi e cisterne, con tanto di rete fognaria.
La complessità del quartiere consente di rinvenire non soltanto abitazioni, ma anche botteghe, taverne, fabbricate, come diceva l'illustre Empedocle, "come se gli Agrigentini non dovessero morire mai".
Ma ciò che più sorprende è la struttura delle abitazioni e le decorazioni, che palesano una destinazione ad un pubblico altolocato.
Case ellenistiche con cortile e peristilio, case pompeiane con atrio e vasca di raccoglimento dell'acqua piovana, case con cortile traverso, tutte con affreschi e decorazioni a dir poco sublimi.



  • la Casa del peristilio: prende il nome evidentemente dalla sua struttura, con un tetto poggiato sulla casa e retto da colonne. Le pareti del portico riportano decorazioni a mosaico e pitture. La casa presenta sia la vasca al centro del peristilio, sia la cisterna nel portico ovest;

  • Casa delle Svastiche: lungi dall'avere un riferimento con il nazismo, la casa prende il nome dal pavimento decorato con svastiche, un simbolo che rappresenta(va) buon augurio e fortuna;

  • Casa del Mosaico delle Quattro Stagioni: oggi si potrebbe chiamare delle due stagioni, poiché rimangono visibili soltanto i mosaici della Primavera e dell'Estate nel pavimento. La stanza del mosaico era verosimilmente destinata al pranzo e al salotto per gli ospiti;

  • Casa della Gazzella: qui una serie di stanze comunicanti sono abbelliti da mosaici geometrici; al centro del pavimento, un mosaico dà il nome alla casa, con una gazzella che si specchia in un pozzo;

  • Casa del Maestro Astrattista: secondo l'opinione di molti, è la più bella dell'intero quartiere. L'atrio d'ingresso presenta un pozzo ancora oggi attivo, il pavimento in cotto è in perfette condizioni, ed uno dei vani è realizzato e decorato con esagoni realizzati ad imitazione delle venature del marmo.
    Lo stile, di pionieristico gusto astratto, suggerisce il nome della casa.

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