Le spiagge più belle della costa meridionale

Ideale per: Ragazzi-Gruppi Tipologia: Moderato Mezzi: Auto-Mezzi Giorni: 6 Province: Ragusa;Caltanissetta;Agrigento Città: Marina di Ragusa;Pozzallo;Gela;Sciacca;Menfi

Descrizione

L'itinerario della costa mediterranea parte da Santa Maria del Focallo, Bandiera Blu 2012, attraversando un litorale di oltre 200 km prevalentemente di natura sabbiosa, coinvolgendo le provincie di Ragusa, Caltanissetta e Agrigento, e fermandosi prima di giungere in provincia di Trapani, che sarà oggetto di un itinerario dedicato.
Nonostante si tratti di un itinerario delle spiagge, concepito quindi per una fruizione prevalentemente ricreativa ed estiva, non potremo esimerci dal fare tappa in alcune città ricche di arte e storia, come Ragusa, Agrigento, Sciacca.
Appartengono alla provincia di Ragusa le spiagge di Santa Maria del Focallo, frazione del comune di Ispica, Pozzallo, Donnalucata (che molti di voi riconosceranno per il legame con la fiction di Montalbano) e termina nella spiaggia di Marina di Ragusa, vicino alla importante zona archeologica di Kamarina.
A rappresentare la provincia di Caltanissetta la sola spiaggia di Gela, centro di grande importanza storica in quanto fu una delle più importanti polis del mondo greco antico.
Segue la Provincia di Agrigento, con la spiaggia di San Leone, una delle più frequentate, passando per Porto Empedocle e Realmonte, nota a livello internazionale per la presenza della massiccia falesia di colore bianco nota come Scala dei Turchi. Si giunge alla Riserva di Torre Salsa, 700 ettari di vegetazione mediterranea dove nidificano le tartarughe. L'itinerario, dopo la città delle Terme, Sciacca, termina a Menfi, città del vino, ricca di spiagge, tra il Lido Fiori e Portopalo di Menfi.
Anche il litorale meridionale mostrerà luoghi dal sorprendente fascino, riserve incontaminate, patrimoni dell'Unesco, oasi naturali e in generale, scorci di una Sicilia che non ci stancheremo mai di amare.

Giorno 1

Santa Maria del Focallo

La Fondazione per l'Educazione Ambientale (FEE) ha riconosciuto a Santa Maria del Focallo, frazione balneare del comune di Ispica, la Bandiera Blu 2012, per la qualità delle acque, la gestione ambientale e la ricchezza di servizi e sistemi di sicurezza. Ci sarà un motivo, quindi, se una piccola frazione di 260 abitanti è presente in questo itinerario.
Ed in effetti le spiagge sabbiose ed il mare cristallino la rendono meta estiva per eccellenza, impreziosita anche dalla presenza di una striscia di vegetazione prevalentemente di acacie.
La spiaggia si estende per circa 8 km, con finissima sabbia e dune naturali che rendono lo scenario molto suggestivo.
La zona è ben ventilata, ed infatti Santa Maria del Focallo è diventata una meta imperdibile per gli amanti del surf e del windsurf.
Sviluppatasi negli anni '90, quella del surf in queste zone è diventata una pratica diffusissima, e surfisti di tutto il mondo la considerano una tappa privilegiata in quanto difficilmente si incontrano giornate in cui non ci sia almeno un'onda da cavalcare!

Pozzallo

Passeggiando per il lungomare di Pozzallo ci si può per un attimo confondere e credere di essere nelle più rinomate Miami Beach o Venice Beach.
Proprio così, Pozzallo è una delle più belle e pulite località balneari della Sicilia, testimoniato anche dal riconoscimento delle Bandiere Blu dalla FEE. I chilometri di arenile sono accompagnati da una passeggiata ricca di lidi attrezzati, locali, un lungomare alberato affollatissimo nella stagione estiva.
Nonostante il grande numero di presenze, l'ampiezza della spiaggia consente di evitare quella fastidiosa sensazione di trovarsi appiccicati l'uno con l'altro, ed il mare blu intenso ha dei fondali che digradano dolcemente, consentendo anche alle famiglie con bambini piccoli di stare tranquilli.
Nata come porto, si contraddistingue tra le altre cose per la famosa "Torre Cabrera", risalente al XV secolo e costruita per ordine di Alfonso V d'Aragona come torre di avvistamento per proteggersi dai pirati che spesso attaccavano il "caricatore", ovvero i magazzini di grano della Contea di Modica.

Curiosità: Pozzallo è il secondo comune in Italia, dopo Pachino, per intensità di irraggiamento solare. In altre parole è, dopo Pachino, il comune in cui il sole batte con maggiore intensità e più volte l'anno.

Giorno 2


Donnalucata

Frazione del comune di Scicli, è una delle splendide località balneari della provincia ragusana, caratterizzata, come gran parte del litorale mediterraneo, da spiagge di sabbia fine e chiara, a contorno di un mare di un colore sorprendentemente intenso e cangiante.
Nonostante le piccole dimensioni, è possibile trovare a Donnalucata parecchie spiagge: Arizza, Micenci, Timpe Rosse, cui si accede attraverso un lungomare ben organizzato e decorato dalle casette sullo sfondo, molte delle quali adibite nella stagione estiva ad alloggi turistici.
Poco distante, tra Donnalucata e Marina di Ragusa, si trova la Riserva Naturale Foce del Fiume Irminio, con un territorio percorribile grazie alle passerelle in legno in mezzo alla rigogliosa vegetazione mediterranea, prevalentemente cespugliosa e dall'aspetto selvaggio e incontaminato.
Luogo ideale per chi ama la solitudine e la riservatezza, magari dedicando del tempo anche al birdwatching.
Poco distante, si può raggiungere anche la spiaggia di Camarina, ai piedi del promontorio ove sorge un'importantissima area archeologica, appunto Kamarina, con una vista da stropicciarsi gli occhi.

Curiosità: il borgo di Donnalucata ha origini molto antiche, si pensa che il nome derivi dall'arabo Ayn al-Awqat, ovvero "Sorgente delle Ore": secondo il geografo arabo Al Idrisi, era possibile vedere delle piccole sorgenti ma soltanto nell'orario della preghiera dei musulmani.
Secondo altre fonti, il nome è di epoca normanna e deriva dalla vicenda legata allo scontro tra Ruggero d'Altavilla e i Saraceni, sconfitti grazie all'apparizione della Madonna a cavallo ammantata di luce (Donna Lucata).
Ancora oggi, nel santuario della Madonna delle Milizie, in un tempietto di forma circolare, si conserva la pietra che reca impressa l'impronta del cavallo bianco della vergine.

Marina di Ragusa

A 20 minuti dalla città di Ragusa, gode di una temperatura media, sia in estate che in inverno, più calda rispetto al centro abitato.
Luogo amato dai surfer e windsurfer, è una delle spiagge più apprezzate e attrezzate della Sicilia, con tantissimi intrattenimenti, amenità ed eventi durante la stagione estiva.
La costa è un susseguirsi di lidi balneari attrezzati e dove si organizzano attività sia durante il giorno che di sera, con tanto spazio a disposizione grazie all'ampiezza della spiaggia di sabbia color giallo oro.
Anche il lungomare è ricco di pub, ristoranti, negozi e bancarelle di souvenir, in un contesto comunque molto ordinato e pulito.
Marina di Ragusa è stata insignita del riconoscimento della bandiera blu per parecchi anni consecutivi, e anche quest'anno la FEE ha considerato le acque e la costa iblea pienamente soddisfacenti, secondo indice trofico e di balneabilità.

Suggeriamo, vista la bellezza e l'importanza della città, di dedicare una visita al centro di Ragusa Ibla, scrigno del più bel barocco siciliano e Patrimonio dell'Umanità secondo l'Unesco.

Giorno 3


Gela

Se persino Salvatore Quasimodo ne ha decantato la bellezza e le sensazioni che suscita, le emozioni che intrecciano scenari mozzafiato con suggestioni storiche, allora c'è da star certi che Gela non deluderà le aspettative.
L'unica propaggine della provincia di Caltanissetta sul mare, la spiaggia si estende per trenta chilometri; anche qui come nella maggior parte del litorale meridionale, l'arenile è di sabbia fine e color paglierino, sullo sfondo di colline che si affacciano generose su di un mare ricchissimo di fauna e reperti archeologici.
Gela e il suo mare sono stati teatro di vicende fra le più determinanti della storia antica della Sicilia e del mondo greco.
Già le popolazioni di Sicani e Siculi l'abitavano durante l'età del Bronzo, poi giunsero i Greci ed i Romani, seguiti da Bizantini, Arabi e Normanni, fino a giungere al periodo Svevo sotto il dominio dell'Imperatore Federico II, lo Stupor Mundi.
La costa gelese vide susseguirsi cruente battaglie, a partire da quelle tra i rivali storici di Grecia e Cartagine, passando per le lotte tra spagnoli e i corsari berberi nordafricani, fino allo sbarco degli Alleati nel 1943.
Furono forse queste vicende e il sangue versato per secoli a dare linfa per la crescita della ginestra bianca e dei gigli marini, veri e propri gioielli spontanei nell'aridità della sabbia.
Il mare offre spunti sia agli amanti della spiaggia libera e ampia, sia a coloro che amano avventurarsi fra calette quasi inaccessibili che nascondono piccole e romantiche spiaggette che rimandano ad immagini e sensazioni esotiche, insieme al colore turchese del mare così limpido da permettere di scorgere i fondali anche a parecchi metri di profondità.
Le aree archeologiche di Gela si possono riassumere in tre punti principali: Capo Soprano, dove si trova l'esempio di architettura militare greca ad oggi meglio conservato al mondo, ovvero le Mura Timoleontee, l'Acropoli e il Bosco Littorio.
In prossimità dell'area archeologica, poco distante, si trovano i resti della più antica area termale della Sicilia, il complesso delle Terme Ellenistiche.
Un'area di grande interesse paesaggistico è la Riserva Naturale Biviere di Gela, importante area protetta ed ideale per gli amanti del birdwatching.

Licata

Ci spostiamo adesso nella provincia di Agrigento, che trova in Licata un territorio dalle grandi risorse e di grande interesse non solo dal punto di vista balneare, ma anche storico e architettonico.
La costa si estende per circa 20 km, con caratteristiche varie ed una alternanza di tratti sabbiosi nella parte Est, e affascinanti scogliere verso Ovest come quelle della Rocca, della Mollarella e Poliscia, talvolta digradanti in spiagge di ciottoli nascoste in piccole baie e calette.
Il tutto condito da un centro urbano ricco di interesse, a partire dal museo archeologico per finire al Monte Sant'Angelo, con i resti della città greca.
Il mare sempre limpido e l'alternarsi di sabbia e scogli raggiunge il suo culmine nell'isolotto di San Nicola, con fondali bassi che permettono talvolta di scorgere anche ad occhio nudo i resti di relitti e reperti archeologici.
Particolarmente suggestiva è la spiaggia di Marianello, caratterizzata dalla presenza delle Timpe, ovvero dei calanchi bianchi che sorgono proprio a ridosso della spiaggia lungo il versante meridionale verso la "Montagna", ovvero la collina di Licata dove si trova il Castel Sant'Angelo.

Giorno 4


San Leone

La spiaggia di Agrigento, la più frequentata dagli agrigentini, è un territorio che, insieme alla sua città, suscita antiche rimembranze e suggestioni senza tempo.
Basti pensare che la spiaggia di San Leone sorge proprio sulla punta Akragas, nell'antico e importante emporio greco, fiorente punto di sbarco dei traffici del Mediterraneo fino al periodo arabo (IX-XI sec).
Oggi è meta non soltanto dei bagnanti agrigentini ma di turisti provenienti da ogni dove, anche se, naturalmente, l'attrazione principale resta la Valle dei Templi distante solo pochi km, una delle più impressionanti e importanti testimonianze della civiltà greca nel mondo e simbolo di una delle più belle e fiorenti città del mondo antico. Persino Pindaro, filosofo greco, definì Agrigento "la più bella fra le città dei mortali".
La spiaggia è caratterizzata da un lungo arenile di sabbia soffice, fine e dorata, con ampi spazi liberi intervallati da lidi attrezzati che organizzano spesso anche eventi e feste sia di giorno che di sera.
Ad accompagnare il litorale è un lungomare con palme che conferiscono un aspetto esotico alla località, con un susseguirsi di bar, pub e locali notturni per la gioia dei più giovani in cerca di sfrenata movida.
Non mancano comunque anche gli intrattenimenti per i più grandi, con locali che propongono piano bar, concerti e quant'altro per piacevoli serate.
I fondali di tanto in tanto vedono affiorare scogli, verosimilmente i resti delle antiche banchine costruite per l'emporio. A testimoniare la vitalità dei traffici, sono state ritrovate moltissimi monete dell'età classica, bizantina e infine araba.

Porto Empedocle

La tappa a Porto Empedocle segue una logica storica e una consecutio temporum, poiché lo stesso porto che dapprima serviva i traffici a San Leone si trasferì nella Marina di Girgenti, oggi appunto Porto Empedocle.
Oltre ad offrire alcune fra le più belle spiagge del litorale, la sua importanza storica ci racconta di come questo "caricatore" fosse il fulcro dei traffici di grano in tutta la zona intorno alla metà del 1500.
Successivamente, per ordine di Carlo V, fu costruita qui una torre di avvistamento a difesa della città contro i Saraceni, la Torre del Caricatore di Girgenti, meglio nota come Torre Carlo V.
L'attuale nome risale a tempi relativamente recenti, precisamente al 1863, per omaggiare il famoso filosofo argentino Empedocle.
Tra le spiagge più belle di Porto Empedocle, vi sono la Spiaggia del Caos, vicina alla casa natale di Luigi Pirandello, e le spiagge attrezzate di Marinella e Lido Azzurro.
Ad impreziosire il luogo ed a renderla tappa imperdibile per un itinerario non solo balneare, è l'atmosfera del centro abitato, estremamente gioviale e a misura d'uomo, con le casette del paese che si affacciano sul litorale dominato da una vegetazione lussureggiante tra lunghi arbusti e macchia mediterranea, che diffonde profumi selvatici viziati dal profumo di sale.

Curiosità: a pochi km da Porto Empedocle, nel comune di Aragona, si può assistere ad un particolare fenomeno geologico eruttivo: le "maccalube".
Si tratta di vulcanelli di argilla che si trovano sopra bolle di gas metano, che creano dei coni vulcanici che eruttano argilla mista ad acqua e gas talvolta anche a parecchi metri di altezza.
Ancora una volta storia e leggenda si intrecciano. A descrivere il fenomeno per primi furono grandi filosofi come Platone, Aristotele e Diodoro Siculo, ed il fango fuoriuscito veniva usato per curare reumatismi e per maschere di bellezza.
Una leggenda racconta che le maccalube (dall'arabo maqlùb, ribaltamento) nascono in seguito ad una battaglia tra arabi e normanni nel 1087, tanto che l'argilla fuoriuscente fu ribattezzata "Sangu di li Saracini" (sangue dei Saraceni).
Un'ultima leggenda racconta ancora che in quest'area delle maccalube sorgesse un tempo una città, che macchiatasi di una grave offesa ad una divinità, fu fatta sprofondare nelle viscere della terra.

Giorno 5


Realmonte e la Scala dei Turchi

Si dice che la Sicilia sia, tra le altre cose, la terra dei Giganti; qualcuno di loro sarà sicuramente stato uno scultore, per plasmare un capolavoro di tale bellezza e proporzioni.
Ed invece il vero architetto, il vero scultore, è la generosa natura, che a piene mani ha raccolto dalla propria ispirazione quando decise di dedicarsi alla Sicilia. E qui, a Realmonte, alla Scala dei Turchi, è possibile assistere ad uno dei più affascinanti capolavori di Gaia, o Madre Natura: una "scala naturale", un enorme massiccio di marna bianca che a falde digrada verso il mare, creando un abbagliante contrasto tra il bianco luccichio quasi calcareo della marna e il blu intenso del limpido mare agrigentino.
Questa candida falesia si erge imponente e severa sulla spiaggia di sabbia finissima, come una scalinata per consentire ai Titani e ai Giganti l'ascesa e la riconquista del Monte Olimpo.
Infinite suggestioni rievoca la Scala dei Turchi, che il tempo e il vento ha modellato, che la salsedine ha levigato e reso luccicante.
Suggestioni che diventano commoventi al calar della sera, con i riflessi dell'ultimo sole che colorano la falesia di tonalità dal rosa al violetto, fino ad un rosso accesso che dipinge un epico scontro tra fiamme e ghiaccio, in un quadro che cattura l'anima e si scaglia violentemente, irrimediabilmente, tra i ricordi di chi vi assiste.

Curiosità: non poteva mancare un intreccio di storia e leggenda anche qui, come lo stesso nome suggerisce: pare infatti che le incursioni dei pirati saraceni, comunemente chiamati dalla popolazione locale "turchi", trovassero qui condizioni favorevoli, grazie al massiccio che, oltre a fare da protezione contro i venti e la vigilanza, offriva una agevole "scalata" verso il nucleo abitato, consentendo così saccheggi e ruberie.
Le incursioni terminarono quando la popolazione della vicina Porto Empedocle ingaggiò battaglia sconfiggendo i "Turchi".

Riserva Naturale Orientata Torre Salsa

La riserva si estende per circa 700 ettari tra Siculiana ed Eraclea Minoa, con un litorale incontaminato caratterizzato da marne di calcare e falesie di gesso che digradano su un mare trasparente e si coronano di vegetazione incontaminata e rigogliosa.
I fondali limpidi permettono di scorgere fino ad alcuni metri anche ad occhio nudo una importante ricchezza faunistica e una flora variopinta che ondeggia al ritmo delle correnti marine.
Il nome deriva da una antica torre di avvistamento che sorge su di un promontorio al centro dell'oasi.
La vegetazione presente è a prevalenza di macchia mediterranea, con profumi inebrianti provenienti da piante come il rosmarino, il maovone di Agrigento, il ginepro e le orchidee.
Ricca anche la presenza faunistica, come l'istrice e numerosissime specie di uccelli. I più fortunati potranno assistere ai voli di rapaci come la Civetta, il Gheppio, la Poiana e il Falco Pellegrino; quest'ultimo in particolare si esibisce in spettacolari sospensioni aeree, rimanendo completamente immobile in aria per poi lanciarsi in fulminee picchiate dopo aver adocchiato la preda.
Nella riserva trovano terreno ideale per la deposizione delle uova anche le tartarughe marine della specie Caretta Caretta, in via d'estinzione.
La bellezza della spiaggia è naturalmente contraddistinta anche dalla sua totale esclusione da qualunque tipo di insediamento alberghiero o processo di edificazione. La vegetazione spontanea e la sua assoluta natura selvaggia la rendono meta per un turismo non di massa.
Anche il mare ne beneficia, ed i bagnanti potranno provare l'esperienza di camminare tra guizzanti pesciolini e piccoli crostacei la cui lentezza richiama il ritmo della natura che suggerisce totale quiete e relax.

Giorno 6


Sciacca

Sorretta dal possente Monte Kronio, oggi monte San Calogero, Sciacca è una delle più note località turistiche della Sicilia non soltanto come meta balneare, ma soprattutto culturale, gastronomica e termale.
Proprio le terme sono infatti la punta di diamante della città per il richiamo turistico; si trovano proprio sul Monte Kronio, dalle cui falde fuoriescono vapori termali per 6 km, e sono le più antiche della Sicilia.
Denominata dapprima dai Romani "Thermae Selinuntinae", diventa particolarmente importanti con l'arrivo degli Arabi, maestri nello sfruttamento delle risorse idriche e naturali in genere. La chiamarono "as-saqqah", che vuol dire "fessura", da cui deriva l'attuale nome di Sciacca.
Oggi sono presenti due stabilimenti termali: quello chiamato ancora Terme Selinuntine, e quello di Sciaccamare.
Il mare di Sciacca è caratterizzato da acque limpide e spiagge con modernissimi stabilimenti balneari e lidi attrezzati, adeguandosi ad un aumento delle presenze turistiche sempre in costante crescita.
L'aspetto del centro abitato invece risente fortemente ancora oggi dell'influsso arabo, e tutte le strade che si diramano dalle arterie principali hanno uno sbocco sul mare.
Qui si susseguono lidi, spiagge di sabbia, piccole baie e scogliere, ambienti ideali quindi sia per gli amanti della tintarella, sia per i sub e gli appassionati di immersioni e snorkeling, sia per chi cerca posti riservati e intimi per romantiche giornate di mare. Naturalmente, ogni sport acquatico è il benvenuto, ed è per questo che Sciacca è meta privilegiata per surfisti, amanti della canoa, ecc.
Da est a ovest si susseguono i lidi dello Stazzone, della Tonnara, della Foggia, con fondali e spiagge sabbiose, San Marco, Renella e Margani con insenature, scogli e una sorprendente ricchezza di pesci e fauna marina. Terminano il litorale le spiagge di Sovareto, San Giorgio, Timpi Russi e Macauda.

Curiosità: tra i tanti spunti culturali e architettonici che riguardano Sciacca, già esposte nell'itinerario della Valle del Belice, nella città si trova un luogo quasi fiabesco, avvolto dal mistero, e conosciuto come il "Castello Incantato". Si tratta di una tenuta con tantissime teste scolpite sul legno e sulla roccia, opera di Filippo Bentivegna. Pare che ciascuna di queste teste abbia anche un nome poiché, secondo il suo autore, rappresentano tutti i sudditi del "regno" che lui aveva creato e di cui lui stesso era signore e padrone.
Sicuramente notevole il colpo d'occhio, le sculture evocano sensazioni tra il terrore e la fascinazione.
Ancora un'altra particolarità legata a Sciacca è quella che riguarda l'isola Ferdinandea. Si tratta di un isolotto vulcanico di 4 km² di superficie emerso a circa 30 km dalle coste saccensi nel 1831, in seguito ad una eruzione che ne causò la formazione.
Trovandosi nel canale di Sicilia, quindi in posizione strategica, subito dopo la sua "emersione" sorsero i primi problemi di attribuzione della sovranità. Il primo a mettere piede sull'isolotto fu l'inglese John Graham, piazzandovi una bandiera britannica, poi dei cartografi francesi ne tracciarono alcune piantine ribattezzandola Julia, infine i borboni la chiamarono Ferdinandea in onore di Ferdinando II re delle due Sicilie.
Il problema fu subito superato in quanto, appena 5 mesi dopo, essa si inabissò.
In seguito al terremoto del 1968 che investì la Valle del Belice, si pensò ad un segnale che potesse avvisarne la sua riemersione. Così, alcuni siciliani, per prevenire e dirimere fin da subito ogni possibile conflitto, apposero su di essa una targa in pietra che riporta:
"Questo lembo di terra una volta isola Ferdinandea era e sarà sempre del popolo siciliano".

Porto Palo di Menfi

Si potrebbero spendere tante parole per definire la bellezza di una spiaggia come quella di Porto Palo di Menfi. Ma basta dire che a partire dal 1992, e poi dal 1996 al 2012, ha ricevuto ogni anno il riconoscimento della bandiera blu da parte della FEE per la pulizia delle acque, delle spiagge e per la qualità dei servizi. L'associazione di pediatri ha assegnato a Porto Palo anche la bandiera verde, come luogo sicuro per i bambini.
Sono sicuramente segnali inequivocabile che parlano di una spiaggia sicuramente da "top ten", con sabbia fine e dorata, un mare incredibilmente cristallino e pulito, e una gamma di servizi ampissima e di qualità, a partire dai lidi attrezzati per finire agli intrattenimenti per grandi, giovani e piccini.
Porto Palo era l'antico porto della vicina Selinunte, il promontorio alle sue spalle è contraddistinto da una torre cinquecentesca che, come le altre nel litorale mediterraneo, servivano per avvistare le imbarcazioni saracene.
Il porticciolo è ben attrezzato per l'approdo di imbarcazioni da diporto e piccoli pescherecci.
I lunghi chilometri di spiagge formano un susseguirsi di calette, dune di sabbia e piccole baie di grande suggestione.

Curiosità: vi è una cala che porta ancora oggi il nome di "Conca della Regina". Secondo le leggende e i racconti popolari, pare che Porto Palo venne denominato in epoca araba "Tirsat Abi Tawar", ovvero lo "Scoglio di Abi Tawar". Chi era costui? Si trattava di un ricco e potente signore del luogo sposato con una regina che, nelle notti di luna piena, era solita fare il bagno completamente nuda proprio in questa cala, che ancora oggi le rende memoria nel proprio nome.

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